Per tutti sarà la famosa corsa automobilistica....per me è semplicemente la distanza tra l'Occidente e l'Africa, tra il conosciuto e l'ignoto, tra l'abitudine e lo stupore...è la distanza tra i miei due mondi...quello che per ventisette anni ho vissuto, a volte subito altre combattuto altre ancora amato e quello che, non ricordo ormai più da quanto tempo, ho sognato....ma a volte i desideri di felicità diventano realtà e ti ritrovi in un freddo pomeriggio di inverno ad attraversare un aereoporto che la fretta, l'ansia e la voglia di arrivare ti fanno apparire immenso, alla ricerca dell'imbarco per Dakar.....e lì ferma davanti alla porta 76....le tue orecchie ti sorprendono a pensare ad alta voce....Dakar..... dopo circa cinque ore su un confortevole volo Air France.....il mio piede tocca terra africana.....è vero....sono proprio lì a Dakar....Il freddo pomeriggio ormai alle spalle fa posto ad una calda serata che fa a pugni con il mio giubbino e la mia sciarpa. In coda insieme a tutti gli altri passeggeri aspetto di passare la frontiera ma i miei occhi non riescono a fare a meno di guardarsi intorno, freneticamente, come a voler catturare ogni particolare di quel momento per fissarlo a fuoco nella mente così da sfidare il tempo che inevitabilmente sbiadirà il tutto. E' arrivato il mio momento, il poliziotto controlla il mio passaporto, ma più che la mia nazionalità è la mia apparentemente semplicissima penna ad attirare la sua attenzione e a strappargli un sorriso quando gliela regalo...inizio a pensare che è arrivato il momento di non dare tutto per scontato....neanche la mia apparentemente semplicissima penna.
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